Bücher von Giuseppe Chiumeo

L¿esigenza di comunicare nasce con la scoperta della proprietà del linguaggio. Tutto ciò che ci circonda comunica qualcosa e noi stessi comunichiamo con il nostro modo di essere, di parlare di muoverci; pertanto il linguista Noam Chomsky realizzava che «ciò che siamo e facciamo è linguaggio». Dalla seconda metà del secolo scorso ogni anno celebriamo la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, un appuntamento che ci ricorda quanto ci sia ancora da dire su questo argomento. Negli ultimi tempi il linguaggio si è modellato sull¿evoluzione dei nuovi mezzi di comunicazione che hanno modificato sempre più il nostro vissuto, dall¿avvio di ARPAnet, il primo sistema computerizzato utilizzato per questioni militari nel periodo della guerra fredda, all¿ultimo dei social inventati. Questa evoluzione tra sistemi informatici, che ha coinvolto noi in maniera speculare, ha modificato anche il nostro approccio con le discipline umane e la teologia e noi cristiani non possiamo che accogliere questo segno del cambiare dei tempi: grazie ai mezzi informatici e di comunicazione, nell¿era contemporanea, il messaggio cristiano ha così raggiunto ¿ogni confine della terrä.

La Chiesa non pretende di arrestare il mirabile progresso delle scienze. Al contrario, si rallegra e perfino gode riconoscendo l'enorme potenziale che Dio ha dato alla mente umana. Quando il progresso delle scienze, mantenendosi con rigore accademico nel campo del loro specifico oggetto, rende evidente una determinata conclusione che la ragione non può negare, la fede non la contraddice. Tanto meno i credenti possono pretendere che un'opinione scientifica a loro gradita, e che non è stata neppure sufficientemente comprovata, acquisisca il peso di un dogma di fede. Però, in alcune occasioni, alcuni scienziati vanno oltre l'oggetto formale della loro disciplina e si sbilanciano con affermazioni o conclusioni che eccedono il campo propriamente scientifico. In tal caso, non è la ragione ciò che si propone, ma una determinata ideologia, che chiude la strada ad un dialogo autentico, pacifico e fruttuoso. [Francesco, Esortazione Apostolica ¿Evangelii Gaudium¿, 24 nov. 2013, n. 243]

Da diverso tempo si sta cercando di portare all'attenzione delle persone, da parte degli studiosi dei media, ma anche della Chiesa, il fatto che si è ormai consumato definitivamente il passaggio dai media intesi come strumenti, ai media intesi come ambiente in cui siamo perennemente immersi; il media-strumento è costruito per uno scopo, ha forma e funzioni ben precise, viene usato quando serve e poi riposto; il media-ambiente, invece, non è mai riposto vivendo oggi in un perpetual contact con il quale interagiamo costantemente. Gli studiosi hanno parlato di condizione postmediale proprio per indicare il fatto che i media non hanno più confini precisi né tra loro né con l¿ambiente, anzi in questo sono letteralmente sciolti rendendosi invisibili come l¿aria; il web per la Chiesa è sicuramente una opportunità da cogliere per parlare di se stessa senza mediazioni distorcenti, entrando in relazioni personalizzate anziché istituzionali forse, forzandone le prospettive, per trasformare un ambiente tecnologico in luogo teologico.