Bücher veröffentlicht von Edizioni Sant'antonio

Indagini, sacerdoti, medici, psicologi, eventi di cronaca, le confidenze raccolte e soprattutto la faccia delle persone dice che sta dilagando un DISAGIO DEL VIVERE: un numero crescente di persone sta perdendo EQUILIBRIO e ARMONIA con se stessi, gli altri,la vita e Dio, e con ciò la GIOIA DEL VIVERE, il senso vero della propria esistenza. Il libro poggia su queste quattro convinzioni: tutto è opera di Dio, Creatore, Architetto, Artista, Babbo, Bambino e l¿uomo l¿ha creato a sua immagine e somiglianza per giocare con Lui il grande ¿GIOCO DELLA VITA¿; come ogni gioco anche la Vita ha le sue regole e solo la loro conoscenza e il loro rispetto gioioso e grato assicura e conserva il piacere di giocare, la gioia di vivere; non occorrono allora conoscenze erudite e lezioni teologiche, bensì la consapevolezza della possibilità di costruire e mantenere la gioia di vivere, perché la gioia di vivere l¿ha già posta Lui in noi, consapevolezza e riflessione sulle cause che possono far perdere equilibrio ed armonia, cioè scarsa conoscenza delle regole del gioco, loro non rispetto, demoniaca tendenza a crearsene di proprie; Babbo non ci vuole perfetti ma solo innamorati di Lui.

La spiritualità di don Danilo Belotti (1968-2016) meriti un¿attenzione particolare ed un¿analisi teologica. Essa delinea un itinerario profondo di vita cristiana all¿insegna della misericordia di Dio e dell¿amore di Maria come Madre di tutti. Dunque, l¿ideale di don Danilo era amare e testimoniare Gesù con la propria vita sacerdotale, le parole, le azioni e, se fosse stato necessario, anche con il martirio. Perciò amare Dio e amare Maria era diventato l¿idea-chiave della vita e del pensiero spirituale mariano di don Danilo.

«La complessità e gravità dell¿attuale situazione economica giustamente ci preoccupa, ma dobbiamo assumere con realismo, fiducia e speranza le nuove responsabilità a cui ci chiama lo scenario di un mondo che ha bisogno di un profondo rinnovamento culturale e della riscoperta di valori di fondo su cui costruire un futuro migliore. La crisi ci obbliga a riprogettare il nostro cammino, a darci nuove regole e a trovare nuove forme di impegno, a puntare sulle esperienze positive e a rigettare quelle negative. La crisi diventa così occasione di discernimento e di nuova progettualità. In questa chiave, fiduciosa piuttosto che rassegnata, conviene affrontare le difficoltà del momento presente» (Caritas in Veritate, 21).

Felice Tenero e Flora Massari espongono riflessioni che partono dall¿esperienza della vita quotidiana dove la società mostra una visione distorta del ¿ben-avere¿ che non può essere identificato, come da triste errore comune, con il ¿ben-essere¿. Sono stati missionari in Africa e Brasile, dove hanno realizzato che il comune ¿ben-avere¿ si identifica con un ¿non-avere¿. Rientrati in Italia, tramite il gruppo dei Nuovi Stili di Vita hanno opposto alla società consumista un modo di vivere sobrio, che privilegia l¿essere sull¿avere, la relazione con gli altri e il rispetto della natura. Papa Francesco stesso (esempio ne è l¿enciclica Laudato sì) promuove una Chiesa che raccolga aspirazioni e desideri di un¿umanità che vuole riscoprire l¿importanza di uno stile di vita rispettoso degli altri e della natura, una Chiesa che, stimolata dal Convegno di Firenze, si propone di andare fra la gente a diffondere e condividere la parola di Gesù. Felice e Flora nel loro libro raccolgono l¿appello di Papa Francesco ¿non lasciamoci rubare l'entusiasmo missionariö e invitano a ritrovare l¿anima missionaria genuina, di carità e di condivisione, che deve essere perno nella vita della vera comunità.

Maryam lascia Antiochia e imbarcatasi su una nave giunge a Neapolis. Miryam vuole raggiungere il macellum dove si trova la casa di due discepoli di Gesù. Maryam è condotta all¿umile dimora dei due discepoli. In questa casa si riuniscono i pochi cristiani di Neapolis: schiavi, prostitute, poveri, bottegai. A loro Maryam parla di Gesù e del suo insegnamento. Maryam racconta del suo incontro con Gesù a Gerusalemme del suo incontro con il Risorto e della missione ricevuta. Maryam racconta di quando viveva in Galilea, dove era sposata con uomo molto anziano che voleva figli da lei ma i figli non arrivavano e per tale motivo il marito l¿avrebbe ben presto ripudiata. Maryam tradisce il marito con un giovane; scoperta è condannata alla lapidazione. Durante l¿esecuzione capitale Gesù la salva e Maryam riceve la chiamata di Gesù a seguirlo. Maryam insegna la preghiera del Padre Nostro, racconta le parabole del Padre misericordioso e il buon samaritano. Maryam racconta il miracolo della moltiplicazione dei pani e il miracolo del cieco di Gerico. Maryam racconta di Marta, Maria, Lazzaro e dei processi subiti da Gesù, la tortura, la crocifissione, la passione e la morte.

Pensa a che cosa accadrebbe se, invece di realizzare semplicemente la nostra esistenza, avessimo la follia o la saggezza di danzarla. Un filosofo francese, R. Garaudy nel suo libro ¿Danzare la vitä si pone questa stimolante domanda. Secondo lui è giunto il momento di costruire una società in cui l¿uomo unisca armonicamente, come in una danza, la sua dimensione sociale e la sua creatività. Egli ritiene indispensabile, perciò, la rinascita della danza per realizzare un nuovo modo di vivere. Mi sembra che abbia avuto una grande intuizione. Ridare vita alla danza può essere davvero un mezzo per corrispondere al desiderio di cambiamento dell¿uomo contemporaneo. Se la parola, infatti, spesso divide, la danza invece unisce. Il fenomeno delle discoteche, non nasce forse dal bisogno dei giovani di recuperare uno spazio proprio, ma ¿altro¿, dove celebrare i loro riti, ricercare nuovi rapporti personali? Con il mio libro, intendo perciò introdurti in questo tipo di proposta. La danza sacra, infatti, può essere una risposta al desiderio di vita nuova e di trasformazione di sé. Solo la scelta della costante conversione e trasfigurazione di sé, apre il cammino per un reale cambiamento.

La Sacrosanctum concilium (4-12-1963) ha aperto il cantiere della riforma liturgica, per ritus et preces, la quale per quanto riguarda i libri liturgici può dirsi conclusa: alcuni sono alla II edizione italiana. Se per quanto concerne la celebrazione dei sacramenti, dei sacramentali e della liturgia delle Ore, regolati da libri propri, e delle liturgie della Parola contenute nel Benedizionale, si può affermare che vengono celebrati quasi sempre dignitosamente e nella verità, non altrettanto può dirsi di tante preghiere che la comunità ecclesiale esige nel suo itinerario di crescita cristiana. Le liturgie della Parola che proponiamo tentano di colmare questo vuoto riferendosi continuamente alla Scrittura e alla eucologia seguendo lo stile della liturgia preghiera cristico-ecclesiale per eccellenza. Anche la proposta del Rosario, pio esercizio consigliato, libera questo dall¿involucro intimistico-devozionale per ridonarlo alla comunità ecclesiale nella sua dignità biblico-eucologica.

San Gerardo la Porta fu vescovo di Potenza dal 1111 al 1119. La sua santità fu talmente dirompente che la popolazione alla sua morte lo dichiarò patrono della città. Ancora oggi, a novecento anni dalla sua morte, la città di Potenza lo onora e ne ha fatto il simbolo della sua identità. Prendendo ad esempio la sua vita, l'autore mostra come il cattolicesimo sia ancora oggi una formula vincente per la costruzione di una civiltà nella quale parole come libertà, cittadinanza, emancipazione possono ancora trovare uno spazio vero e reale.

La prima tavola dell¿enciclica, di carattere filosofico e teologico, narra la storia di eros/agape che diviene, nell¿esperienza biblica, rivelazione del vero Dio e misura della vera persona umana. L¿uomo è chiamato all¿amore, sull¿esempio mirabile di Gesù, l¿ ¿amore più grande¿. La seconda tavola, di carattere ecclesiologico, illustra la Chiesa quale communio modellata sulla comunione divino-trinitaria e missio derivante dalla missione del Figlio e dello Spirito. Qui, oltre la martyria e la leiturgia, il servizio della carità (diakonia) è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza. Se consideriamo che la valutazione delle potenzialità di un rigoroso pensiero della ¿coestensività di essere e di amore nella logica dell¿amore¿ è il compito primario della teologia, Benedetto Xvi ha introdotto questa priorità in termini di inaudita portata storica. Mostrando così il carattere trascendente dell¿amore: «quia amasti me, fecisti me amabilem» (Agostino).